- Ottobre 4, 2021
- Di Gaia Marsiaj
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CASO STUDIO
Quest’estate abbiamo condotto una campagna di indagini a corredo del progetto per la realizzazione di un capannone ad uso industriale sito nel comune di Noventa Vicentina (VI).
INDAGINI EFFETTUATE
Al fine di ottenere la caratterizzazione del sottosuolo interessato dai futuri interventi sono state eseguite le seguenti indagini geognostiche:
– n° 21 Prove Penetrometriche Statiche con Piezocono (CPTU), spinte fino alla profondità massima di circa 20 m dal piano campagna locale, per la caratterizzazione stratigrafica e geotecnica del sottosuolo e condotte in corrispondenza delle future strutture fondazionali;
– n°4 prospezioni geo-elettriche con inversione tomografica 2D, per misurare la resistività dei terreni oggetto di indagine tramite l’inversione tomografica in configurazione Wenner;
– n°2 prospezioni sismiche con tecnica passiva Re.Mi. (Refraction Microtremor), sviluppate in array lineari con n°16 geofoni a 4,5 Hz ad asse verticale per la ricostruzione sismo – stratigrafica dei terreni e per l’assegnazione della Categoria del sottosuolo di fondazione (Vs,eq) come espressamente richiesto dalla normativa vigente (Norme Tecniche sulle Costruzioni – D.M. 17/01/2018);
– n°2 registrazioni di rumore sismico ambientale a stazione singola H.V.S.R. (Horizontal to Vertical Spectral Ratio) per individuare le frequenze di risonanza del terreno al fine di eseguire una corretta progettazione sismica delle strutture;
– n°2 prove edometriche e di taglio diretto, condotte in laboratorio, per la parametrizzazione puntale dei depositi,prelevati tramite campionatore Shelby.
RISULTATI OTTENUTI: MODELLO GEOLOGICO LOCALE
La stratigrafia del terreno di fondazione del lotto in esame è stata ottenuta in maniera indiretta attraverso l’interpretazione delle prove penetrometriche CPTU eseguite, nonché dalle informazioni bibliografiche esistenti.
Dalle prove CPTU eseguite si evidenzia, al netto di piccole differenze in termini di spessori e litologie nelle singole verticali di indagine, un sottosuolo piuttosto omogeneo. Il modello geologico locale è definito da un primo strato fine caratterizzato da argille, con spessori compresi tra un minimo di 1,5 m ed un massimo di circa 3,5 m (unità litotecnica A).
Al di sotto di tale unità si riconoscono terreni maggiormente granulari limoso sabbiosi e sabbioso-limosi, che si spingono a profondità variabili tra circa 8 m e 14,2 m, quote alle quali si incontra un banco sabbioso e sabbioso limoso maggiormente addensato (Unità litotecnica C). Lo strato più profondo riscontrato, definito da terreni prevalentemente argilloso-limosi è stato riconosciuto a partire da una profondità compresa tra circa 16,7 m e 19 m.
STRUMENTAZIONE PENETROMETRICA DI TIPO STATICO CON PIEZOCONO – CPTU
Il funzionamento del Penetrometro Statico è basato sull’infissione di una punta metallica nel terreno tramite un pistone idraulico che spinge la batteria di aste, su cui è montata la punta stessa a velocità costante, con potenza di spinta variabile.
L’attrezzatura può essere montata su veicoli che, tramite il peso proprio o l’ancoraggio al terreno a mezzo di elicoidi, forniscono il contrasto necessario alla spinta.
Lo strumento posto alla base della batteria di aste è costituito da una punta conica e da un manicotto mobile posizionato immediatamente dietro il cono, che misurano rispettivamente la resistenza alla penetrazione di punta (Rp in Kg/cm2) e la resistenza di attrito laterale (Rl in Kg/cm2).
Nel caso delle prove penetrometriche statiche CPTU, anziché la punta metallica viene utilizzato il piezocono (punta elettrica) migliorando i dati ottenuti nelle prove statiche sia in termini di precisione di misura che come frequenza di campionamento dei dati. Con il piezocono è infatti possibile acquisire, durante il movimento continuo di spinta, le grandezze Rp e Rl ad ogni centimetro di profondità.
Il sistema acquisisce inoltre il valore della U (Pressione idrostatica nei pori), l’angolo di inclinazione della batteria di aste ed il tempo di dissipazione (tempo intercorrente tra la misura della sovrapressione ottenuta in fase di spinta e la pressione misurata in fase di alleggerimento di spinta).
Il piezocono è dotato di un elemento poroso di ceramica fine o di acciaio, detto filtro, di norma posizionato alla base della punta conica, che permette di misurare e registrare oltre ai parametri di resistenza alla penetrazione, Rp ed Rl, anche la pressione interstiziale u2 condizionata dalla completa saturazione del filtro.
La possibilità di misurare la pressione interstiziale ha considerevolmente aumentato la capacità interpretativa della prova nei terreni saturi sottofalda. Inoltre, poiché la sensibilità dello strumento alla variazione delle pressioni interstiziali è molto alta in quanto non risente di effetti di scala, è possibile identificare anche sottili livelli di terreno a permeabilità differente, la cui presenza può essere decisiva nella stima dei tempi di consolidazione.